Heitz Markus - 2014 - Il cammino oscuro La vendetta degli albi by Heitz Markus

Heitz Markus - 2014 - Il cammino oscuro La vendetta degli albi by Heitz Markus

autore:Heitz Markus [Heitz Markus]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Phondrasôn

Dalla stanzetta, Firûsha aveva portato con sé il candeliere, la cui base massiccia strisciava sulle pietre, mentre lei, sfinita e affamata, barcollava lungo i passaggi segreti. Non sentiva nemmeno lo sferragliare del metallo. Camminava come immersa in un sogno a occhi aperti.

L’alba non riusciva a far altro che gemere. Aveva smesso di chiedere aiuto. Non mi troverà nessuno. Prima che lo facessi a pezzi, il teschio mi ha fatto una maledizione.

Di tanto in tanto si concedeva un sonnellino. Beveva l’acqua che scendeva da un angolo della parete; da dove venisse, non le interessava. Sapeva di erba marcia e scisto, ma placava comunque la sete.

Aveva ormai dimenticato l’istante in cui aveva udito l’urlo rabbioso e disperato di Marandëi. In quel momento la cîanai doveva aver trovato il teschio in frantumi.

Fa niente. Così non potrà più farci nulla. Firûsha batté ancora contro la parete, e l’estremità inferiore del candeliere si ruppe con un sibilo. O almeno non ai miei fratelli. Diventerò io il nuovo spirito del palazzo.

«C’è qualcuno?» sentì dire da una voce albica, dall’altra parte.

«Sì.» Firûsha dovette deglutire per bagnarsi la gola. «Sì. Chi è?» ripeté a voce più alta.

«Sono Tossàlor. Chi è rimasto intrappolato nella parete?»

«Firûsha, sono Firûsha! Devi sfondare la parete, hai capito?» Si appoggiò alle pietre e, sommessamente, pianse lacrime di sollievo. Quelle bagnarono il muro e vi dipinsero linee scure. «Fa’ presto. Devo fuggire da questa prigione. Per favore! Cerca i miei fratelli.»

«Loro non sono qui. Aspetta, vado a prendere Crotàgon. Lui ci riuscirà», rispose subito l’albo.

Ebbe inizio un’attesa silenziosa.

Trovata. Finalmente mi hanno trovata. Firûsha crollò a terra e si appisolò, il candeliere distrutto le cadde di mano.

Si svegliò solo quando sentì un gran fracasso. Accanto a lei, nella parete, si aprì un buco attraverso cui si allungarono due possenti braccia che l’afferrarono e la tirarono fuori del passaggio. La giovane venne poi distesa su una branda, da dove si guardò attorno, sfinita.

A quanto sembrava, si trovava nel laboratorio di Tossàlor, una stanza che l’artista teneva rigorosamente chiusa ai visitatori. Per la prima volta entro nella sua fucina di ossa.

Tossàlor e Crotàgon erano di fronte a lei e la scrutavano, meravigliati e preoccupati. Il maestro di spada, vestito con una tunica nera, le porse un bicchiere d’acqua e un vassoio di legno con pane, formaggio, frutta e carne cotta, su cui era spalmata una crema profumata.

Oh, mangerò tutto quanto. Fino all’ultima briciola! In fretta e furia, Firûsha prese il bicchiere e bevve, poi si rimpinzò di cibo. Più tardi, ci sarebbe stato tempo a sufficienza per parlare. Prima, doveva rimettersi in forze.

Né Tossàlor, che indossava una veste purpurea, né Crotàgon insistettero, anzi attesero con pazienza, e il guerriero l’avvolse in una coperta. Si vedeva che stava male.

La stanza era piena d’innumerevoli scaffali su cui erano conservati i tipi più diversi di ossa: l’artista li aveva raccolti durante i suoi viaggi insieme con Sisaroth. Ben ordinati, in base alle dimensioni, alle condizioni di conservazione e, addirittura, al colore. C’erano pure due armadi, uno con la scritta DENTI e l’altro CAPELLI.



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